Malattia parodontale: è possibile la trasmissione tra cane e uomo?

Prof.ssa Gianna Maria Nardi:  Ricercatore Università Sapienza Roma – Dott.ssa Acito Giovanna:  Igienista Dentale – Master di I livello  in “Tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale” – Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali – Sapienza Università di Roma

La trasmissione orizzontale di batteri parodontopatogeni ,ad esempio tra coniugi , come anche la modalità verticale, tra madre e figlio, è stata ampiamente affrontata in letteratura scientifica, ma non era ben chiaro se potesse verificarsi anche con relazione interspecifica e in particolare tra cane e uomo.

La curiosità nell’affrontare tale ricerca, nasce nel contesto del Master “Tecnologie avanzate nelle scienze di igiene orale” dell’Università Sapienza di Roma, e si sviluppa seguendo due fili conduttori principali: la malattia parodontale ha una prevalenza elevata tra i cani (100% le gengiviti e tra il 50 ed il 70% le parodontiti )(1) e  più del 50% delle famiglie ha introdotto un cane nel nucleo familiare(Rapporto Assalco 2015).

Non solo, il cane, rappresenta un vero e proprio membro della famiglia e condivide una relazione molto stretta con gli umani dello stesso nucleo familiare,  che si manifesta spesso anche nel gesto di leccare il viso degli umani e/o oggetti e cibi.

La ricerca si è orientata sull’individuazione della bibliografia sull’argomento partendo da uno studio  del 1988, cui seguirono pochissimi studi, date anche le scarse conoscenze che ancora oggi abbiamo sul microbioma del cane.

Tali esigui studi hanno raggiunto risultati discordanti tra loro ma si trovano d’ accordo su un aspetto: il cavo orale del cane ha caratteristiche fisiologiche e anatomiche differenti rispetto all’essere umano, ne deriva che il microbioma del cane differisce da quello umano qualitativamente e quantitativamente.

 Preus e Olsen nel 1988  isolarono un ceppo di A. actinomycetemcomitans  nel cavo orale di un bambino affetto da PLS e nel cavo orale del cane di famiglia i cui profili molecolari erano sovrapponibili (3).

Yamasaki nel 2012,  analizzando la placca sottogengivale delle coppie cane-proprietario, isolò P.gulae , patogeno parodontale associato a parodontite canina, nel cavo orale dei rispettivi umani. E’ interessante sottolineare come P.gulae fosse presente nel 77% dei proprietari con score di contatto 2B, che prevedeva che il cane vivesse in casa,  con contatti stretti e frequenti con gli umani (Tabella 1)(4) .

Changin nel 2015,  invece, isolò P. canigingivalis, associato a parodontiote canina, nel cavo orale di uno dei proprietari nell’ambito delle 4 coppie reclutate nello studio. Il microbiota sottogengivale delle coppie cane-umano  che vivevano a stretto contatto( oral to oral) era sovrapponibile, si diversificava nelle coppie che non avevano un contatto oro-orale,  pur condividendo l’abitazione (5).

In diversi studi inoltre,  che hanno analizzato la flora batterica del cane, sono stati isolati patogeni perodontali associati a parodontite umana come T.forsythia, T.denticola, C.rectus etc…(7;8;9).

Studi in vitro hanno dimostrato la capacità di P. gulae di invadere le cellule dell’epitelio umano (10).

Dalla review si evince che, i batteri che compongono la flora orale del cane non sopravvivono facilmente nel cavo orale degli esseri umani a causa delle sostanziali differenze tra i due microambienti. Per tanto la trasmissione di patogeni parodontali tra cane e membri del nucleo familiare è pertanto possibile sebbene non così frequente e si può concludere che sebbene i batteri del cavo orale non siano contagiosi,  potrebbero avere un potenziale zoonotico e tale rischio aumenta nel caso vi sia convivenza con il pet e  con una tipologia di contatti stretti e ravvicinati e di tipo oro-orale  (5;4).

Bisogna tener presente che nel corso della vita si possono acquisire nuove specie e i batteri possono acquisire un nuovo potenziale patogenetico: hanno la capacità di scambiarsi materiale genetico con i microrganismi con cui vengono in contatto adattandosi così a condizioni ambientali differenti (6,6a).

Inoltre, una scarsa igiene orale, che per altro spesso si riscontra nei cani, dà luogo ad un biofilm maturo che prevede la presenza di specie più aggressive che possono dar luogo a processi infettivi molteplici.  B. forsytus, ad esempio, è stato isolato da ferite infette da morso di cane e gatto,  è in grado quindi di colonizzare altri siti e dare  luogo ad un processo infettivo o contribuire a questo(9). Le condizioni di salute orale del pet potrebbero diventare un problema di salute pubblica sotto diversi aspetti.

Pertanto è di fondamentale importanza prendersi cura dell’ igiene orale domiciliare (figura 1) e professionale (figura 2)  del proprio cane : tutelare la sua salute orale diventa una misura di prevenzione anche per l’uomo.

Una buona igiene orale nel cane passa attraverso una corretta alimentazione , esistono cibi e prodotti che riducono la formazione di placca dedicati esclusivamente all’igiene orale degli amici a quattro zampe per cui il medico veterinario saprà dare le giuste indicazioni.

Tabella1 

Fig.1 Igiene orale domiciliare

Fig.2 Igiene orale professionale

 

  1. Harvey CE, Shofer FS, Laster L – Association of age and body weight with periodontal disease in North American dogs. J Vet Dent 1994; 11(3): 94-105.
  2. Rapporto Assalco 2015
  3. Preus HR, Olsen I: Possible transmittance of A. actinomycetemeomitans from a dog to a child with rapidly destructive periodontitis. J Feriodont Res 1988: 3: 68-71.
  4. Y. Yamasaki, R. Nomura a, K. Nakano, S. Naka a, M. Matsumoto-Nakano F. Asai c, T. Ooshima. Distribution of periodontopathic bacterial species in dogs and their owners. Archives of oral biology 57 (2012) 1183 – 1188
  5. Changin Oh,  Kunkyu Lee,  Yeotaek Cheong,  Sang-Won Lee,  Seung-Yong Park,  Chang-Seon Song,  In-Soo Choi,  Joong-Bok Lee .Comparison of the Oral Microbiomes of Canines and Their Owners Using Next-Generation Sequencing Published: July 2, 2015
  6. Sokransky, S.S., A.D.Haffajee. The bacterial etiology of destructive periodontal disease; current concepts. J.Periodntol.63:322-331,1992.
  7. Sokransky, S.S., A.D.Haffajee(1994). Evidence of bacterial etiology: a historical prospective.
  8. Kato Yukio, Mitsuyuki Shirai, Masaru Murakami, Tetsuya Mizusawa, Atsuki Hagimoto, Koichiro Wada,Ryota Nomura, Kazuhiko Nakano; Takashi Ooshima,Fumitoshi Asai. Molecular Detection of Human Periodontal Pathogens in Oral Swab Specimens from Dogs in Japan. Volume 28 • Number 2 • Summer 2011
  9. Marcello P. Riggio a, Alan Lennon a, David J. Taylor b, David Bennett b Molecular identification of bacteria associated with canine periodontal diseaseVeterinary Microbiology 150 (2011) 394–400
  10. Hudspeth M. K., S. Hunt Gerardo,M. F. J. Maiden,D. M. Citron,and E. J. C. GoldsteinCharacterization of Bacteroides forsythus Strains from Cat and Dog Bite Wounds in Humans and Comparison with Monkey and Human Oral Strains Clin Microbiol. 1999 Jun; 37(6): 2003–2006.
  11. 10.Nobushiro Hamada , Yusuke Takahashi, Kiyoko Watanabe, Hidefumi Kumada, Yasuhiro Oishi, Toshio Umemoto. Molecular and antigenic similarities of the fimbrial major components between Porphyromonas gulae and P. gingivalis. Veterinary Microbiology 128 (2008) 108–117