La tecnologia come valore aggiunto in terapia parodontale di supporto: la fototerapia

Sebbene il biofilm orale rappresenti il fattore eziologico principale implicato nell’insorgenza della parodontopatia, è noto che esistono numerosi altri fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza e alla progressione della stessa, quali fattori genetici, malattie sistemiche, fumo, stress, variazioni ormonali.
Il gold standard per il trattamento della malattia parodontale è il controllo del biofilm orale attraverso terapia causale, con successivo mantenimento e monitoraggio nel tempo. Le moderne tecnologie consentono di supportare le terapie tradizionali, migliorare la sintomatologia dei pazienti durante il trattamento e favorire la riduzione dei valori degli indici clinici coinvolti nella malattia parodontale. Per il raggiungimento di questo obiettivo, un bravo professionista deve implementare la conoscenza delle tecnologie avanzate e proporre ai pazienti moderni protocolli operativi minimamente invasivi che possano, attraverso la loro corretta esecuzione, migliorare e accelerare il loro percorso di salute, andando oltre la sola attuazione di terapie convenzionali.
Tra i nuovi protocolli operativi, l’utilizzo della fototerapia è oggetto di grande interesse in varie branche della medicina ed è molto apprezzata per la guarigione di ferite post-traumatiche, abrasioni, ustioni, guarigione di innesti cutanei e di ferite dopo interventi chirurgici. I campi di applicazione di questa tecnologia in odontoiatria riguardano la cura di disturbi e/o lesioni conseguenti a interventi chirurgici e post-implantologia, irritazioni del cavo orale per infezioni, cheiliti e stomatiti e supporto alla terapia parodontale non chirurgica per la rigenerazione dell’attacco epiteliale.

Di G. M. Nardi, S. Sabatini