Il mantenimento dei full-arch implantari alla luce delle nuove tecnologie.

Un paziente che ha perso tutti i propri elementi dentari necessita di una riabilitazione sia dal punto di vista implanto-protesico sia dal punto di vista dell’igiene e dello stile di vita.
Un progetto protesico che non include il mantenimento è destinato allo stesso fallimento in cui è incorsa la dentatura naturale.
Il mantenimento dev’essere personalizzato, condiviso con il paziente ed integrato al piano di trattamento.
Le patologie perimplantari sono relativamente frequenti con una prevalenza variabile dal 50% al 90% degli impianti (8-10 anni) per la mucosite e dal 28% al 56% dei pazienti ed al 12%-43% degli impianti per la perimplantite. Esistono fattori di rischio delle patologie perimplantari correlati al paziente e fattori di rischio correlati al piano di trattamento riabilitativo.
Sono presenti studi a favore del trattamento non chirurgico della perimplantite, altri che dimostrano l’efficacia dei trattamenti chirurgici, altri ancora che sostengono la terapia mediante laser a diodi o ad erbio (Er:YAG) ed altri che confermano l’efficacia della terapia fotodinamica. Non esiste, però, una terapia che si sia dimostrata più efficace rispetto alle altre.
Occorre dunque agire sulla prevenzione della perimplantite comprendendo i fattori di rischio ed avvertendo i pazienti della loro situazione dettata dal proprio stile di vita e sul mantenimento delle riabilitazioni implanto-protesiche.
Le nuove tecnologie ed i moderni macchinari offrono numerose alternative per aumentare il comfort del paziente e migliorare il mantenimento professionale e domiciliare.
Il clinico deve conoscere le possibilità offerte dalle tecnologiche per personalizzare al meglio l’approccio ad ogni paziente.
Durante la relazione sarà mostrata l’efficacia di un approccio tailor-made di mantenimento perimplantare in pazienti riabilitati con full-arch implantari. L’approccio proposto origina dal concetto alla base della ricerca condotta da Nardi et al. la quale ha dimostrato la maggiore efficacia di un protocollo di mantenimento personalizzato e condiviso con ogni paziente rispetto ai protocolli tradizionali.
Il concetto alla base di questo approccio non è più quello di compliance ma di concordance secondo il quale il paziente è coinvolto in maniera attiva nel piano di trattamento.

di R. Apponi